Il colore, si sa, è solo una “sensazione” che si crea nel nostro cervello nel momento in cui i fotorecettori della retina sono stimolati dalle onde elettromagnetiche della luce ri-emessa da un oggetto.

Se noi, infatti, vediamo gli oggetti, è perché questi ricevono un fascio di luce e ne riflettono una parte. Ma quando leggiamo una notizia, o quando intravediamo una possibile analogia tra “virus del passato e virus attuali”, senza applicare (come in qualsiasi altra cosa essenziale) un minimo di metodo scientifico, beh, forse la nostra prima impressione e la nostra percezione di quel dato evento potrebbe essere scorretta, e allora occorrerebbe fermarsi un attimo a riflettere.

Noi lo facciamo con il post del nostro docente Olivotto, del corso di Color Design. Che in mezzo a questo mare “scuro” di confusione cerca di fare un po’ di chiarezza e portare un po’ di “luce”. Perché, dopotutto, la Fisica non è un’opinione.

“All’inizio del mio corso di Color Design presso Trentino Art Academy – Accademia di Belle Arti, di solito alla seconda lezione, i miei studenti hanno un’espressione abbastanza perplessa quando annuncio che parlerò del METODO SCIENTIFICO. E aggiungo: “Lo faccio perché so che nessuno ve ne ha parlato mai, se non in un breve accenno nei corsi di filosofia.”

Lo scopo è fargli capire sul lungo periodo come si è arrivati alla teoria della visione e quindi del colore. Ma una delle cose che spiego ha un raggio più ampio: è il fatto che con la comunità scientifica non si scherza. Funziona grosso modo così: io mi invento un esperimento e pubblico dei risultati. Spiego come li ho ottenuti. A quel punto, chiunque è autorizzato a ripetere il mio esperimento, eventualmente modificandolo o migliorandolo. I risultati possono confermare le mie osservazioni, metterle in dubbio o negarle completamente. Se emergono discrepanze non spiegabili per mezzo del solo errore sperimentale, bisogna capire perché – se qualcuno ha sbagliato, se c’erano condizioni diverse e via dicendo. Ma il succo è: la democrazia è totale. Non posso affermare che stamattina qualcosa in casa mia ha deciso di levitare invece che cadere al suolo e farla franca semplicemente perché mi è andato di dirlo. Chiunque può confutare (o confermare, se è il caso!) la mia affermazione. CHIUNQUE.

E oggi? Arriva la cazzata massima del virus sfuggito dal laboratorio cinese. La faccio breve: se siete in grado di leggere le sequenze che allego, saprete già di cosa si tratta: una cazzata. Altrimenti, informatevi.

A margine, quando vedo persone che dicono: “La RAI non può essere messa in dubbio!” (riferendosi al servizio che sta girando ed è stato condiviso migliaia di volte oggi), non riesco a non sorprendermi ancora una volta. Quel servizio non dice MAI che il virus è legato a quello attuale. Non può dirlo: perché risale al 2015. Dice semplicemente che in Cina sono stati fatti certi esperimenti sul virus SARS, e che la comunità scientifica dibatteva sulla loro utilità. Si parla di “pipistrelli” e di “topi”. Si dice anche che il virus modificato avrebbe potuto aggredire l’uomo.

Chiedo: dove sta il nesso logico tra queste affermazioni e il fatto che attualmente c’è in circolo un Coronavirus aggressivo? Non esiste, a meno che non lo immaginiamo.

La faccio breve: chi crede che i due virus siano uguali utilizzi il metodo scientifico – ne prenda due campioni, sequenzi per bene le proteine che li compongono e metta a confronto le sequenze. Se sono uguali, o comunque ampiamente compatibili, lo dica e lo pubblichi in modo che si possa verificarlo. Altrimenti, per favore, si fidi della sequenze qui sotto, con buona pace di tutti. Usiamo la testa per qualcosa di più costruttivo che inventarsi teorie campate in aria, anzi sul nulla”.